IL TEATRO

60 anni di teatro italiano

I dialoghi di ... uno qualunque 1939

I dialoghi di ... uno qualunque - Dieci maniere per... passare un po' di tempo - Un ragazzo in gamba

PUBBLICATO IN TEATRO / AVANSPETTACOLO E RIVISTA

Genere : avanspettacolo 
Autori : Cristoforo Letico e Manfredi Cotone 
Compagnia : "Compagnie Riviste di Fantasia" (Renato Rascel, Elena Grey, Luciana Amorini, Vittorio Bettore, Susi Deis, Giulio Marchetti, Giulio Pook, Dea Zubini, Irene Kovesi, 6 indossatrici, 10 Wiener Prater)
Luogo : Napoli (Teatro Politeama) 
Data : 23 ottobre 1939

Sketch: IL LAMPIONE

(La scena rappresenta un lampione animato e una panchina. Fondale notturno e scuro e doppio effetto di luce)

R - Buona sera signor Fanale. La signora fanalessa è sempre l'amica del uardiano notturno no? Ha cambiato? Peccato! Stavano così bene assieme... Lui ci aveva anche il cane che la trovava comoda! Eh sì!... Corrono brutti tempi per i fanali. Ogni momento un oscuramento... Capisco... Sono tempi di oscurantismo caro signor Fanale... Ma finché c'è vita c'è speranza. Credete che io un luminare della scienza non me la passi sporca? Caro Signor Fanale, scommetto che non sapete l'ultima notizia; ieri hanno indetto un concorso e immediatamente lo hanno arrestato. Perché si sono accorti che era bandito. Sentite quest'altra: un signore ha tre castelli, quattro milioni in banca e una bella moglie.
Un terremoto gli distrusse i castelli e il signore rise ah! ah! La Banca fallì e il signore rise ah! ah! La moglie allora se ne fuggì col direttore della Banca e il signore rise: ah! ah! Perché? Perché si puliva le scarpe con la cromatina Brill.
Che ne dite? E pensare che con la mia intelligenza non riesco a farmi strada. Questa l'ho inventata ieri: sentitela un po'. 
Un vaccaro aveva tre mucche e un toro. Un giorno fece coprire le tre mucche dal toro e nacquero tre vitellini. Si desidera sapere: quante corna teneva il vaccaro? 
Ma io sono sfortunato, troppo sfortunato. Con questa testa qui un altro chissà adesso dove sarebbe arrivato. 
(Segue macchietta sfortunato)
(Siede sulla panchina con aria triste)
Una gigolette - Ha una sigaretta?
R - Lasciatemi stare che chiamo un agente.
G - Come? Per una sigaretta? 
R - Mica per la sigaretta, ma perché sono scornoso. 
G - Sei timido? Povero Cocco (gli si siede vicino) 
R - E lasciatemi. Non si fa questo!... 
G - Ma che uomo sei? Vedi una bella ragazza e diventi un broccolo. 
R - Io un broccolo? Io? Ebbene, sappi che io sono il re degli apaches! Ho studiato per apache e mi sono laureato apache alla Sorbona di Parigi. 
G - Ah! Tu alla Sorbona? 
R - Veramente era una sorbetta, ma ora vedrai Renato il terribile cuor di leone e tasca di canguro. Orsù, balla la gava! 
(segue duetto Apaches) 
Son l'apascio
pronipote d'un apasce
fui l'apascio già
dal tenpo ch'ero in fasce.
Se la ronda 
mi scopre e circonda
io mi prendo 
un tazza di caffè. 
E balla con me
ch'io la ballo con te
questa danza che
a morte c'invita.
Stanotte ci sta 
un po' d'umidità 
Se mi vengono i reumi è finita! 
Io son nato
nel fango notturno
son cresciuto 
nell'albergo diurno.
Prendi la cicca, 
ma bada, o cocca 
se mi fai becco
t'ucciderò!

Lui - A proposito, come si chiama il marito dell'ostrica? 
Lei - Mah! 
Lui - Ah sì, mi ricordo: l'ostretrico! La donna per bene non fa per l'apache l'apache s'ammoscia con donne per ben.

II

Ne la notte 
lenta scocca mezzanotte. 
Gigolette: 
pasta asciutta e cotolette! 
se la panza 
da ieri non pranza 
balla e canta 
o Gigolò!
E canta con me 
ch'io la canto con te
la canzone che al vizio ci bolla 
Nei baci d'amor 
c'è il sapore e l'odor... 
Tu stasera hai mangiato cipolla! 
e smentiscimi pure se sbaglio;
ci dev'essere pure un po' d'aglio 
Ah cos'hai fatto!
tu m'hai distrutto l'amore 
che in petto facea pù-pù... 
Lui - A proposito, domani devo passare per la farmacia. Io non ero nato per fare l'apache ma ognuno sconta i propri errori e i peccati dei genitori li piangono i figli dalle 2 alle 6 il martedì, giovedì e il sabato! 
La donna per bene non fa per l'apache 
l'apache s'ammoscia con donne per ben...

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